
Unicorn Wars
Unicorn Wars, il film diretto Alberto Vázquez, racconta di una guerra tra gli Orsacchiotti e gli Unicorni. Le giovanissime reclute degli Orsacchiotti hanno iniziato il loro addestramento per imparare a combattere contro gli Unicorni, noti per la loro ferocia, e difendere così la loro cittadina dagli attacchi. Tra questi vi sono i fratelli Azzurrino e Cicciotto, che insieme ai loro commilitoni, tutti poco esperti di arte bellica, saranno incaricati di portare in salvo il Bosco Magico.
Lo stile di Vázquez è un tratto tenero e rotondo che disegna sia il mondo crudo e roseo degli orsetti sia un luogo immaginifico e utopico come la foresta: già da tempi di Psiconautas c’è una volontà dissacratoria e un gusto verso il cinema d’orrore che si sposa con i sottotesti satirici del regista. Basti pensare alla scelta di ambientare una storia pregna di significati filosofici e religiosi in un mondo diviso tra la natura più selvaggia e un territorio civilizzato, con un governo dittatoriale simil fascista-franchista.
In tutto ciò viene inserita una parabola biblica sull’origine del conflitto e del male che si ricrea con un peccato originale, o meglio con un desiderio avaro e follemente possessivo di essere l’alfa e l’omega del proprio paradiso terrestre.
Oltre che ai citati già citati capolavori d’animazione, Unicorn Wars omaggia il cinema antibellico a partire da Full Metal Jacket, soprattutto nelle sequenze della caserma e dell’addestramento. In un mondo che sembra tenero e coccoloso irrompe il bullismo e la sofferenza: toglie spazio ai più deboli e ai più puri, ma per i più aggressivi o per chi è pronto a sacrificare il proprio fisico e la mente per idee di conquista e perfezione, la porta è spalancata. Siamo ad un incontro ideale e assurdo tra i videoclip di Another Brick in the Wall e una puntata di Happy Tree Friends.
L’animazione classica e il 3D convivono e si accavallano con il giusto equilibrio, e la fotografia, specialmente le ombre e luci, è curata in maniera sublime per esaltare i tratti dei personaggi e integrarli nel mood delle scene. La scelta di un ambientazione dark e scura si sposa incredibilmente bene con il roseo mondo degli orsetti di Unicorn Wars, rendendo il tutto un’opera aleatoria che passa dall’allucinazione al tetro in continuazione.
Ci si può leggere ogni tipo di messaggio all’interno di questa favola dell’orrore, da quello ambientalista a quello pacifista. Vázquez, con le sue idee folli a rappresentare la lotta tra il bene e il male, riesce a narrare la genesi di una delle specie più violente e assurde sul pianeta, in grado di compiere atti di infinità bontà così come di immane crudeltà. La risposta si trova alla fine del film o davanti allo specchio, se avete il fegato necessario per continuare a guardare.
NOTE BIOGRAFICHE

Direttore dell’animazione, illustratore e fumettista. I suoi libri e fumetti sono stati pubblicati in paesi come Spagna, Francia, Italia, Brasile e Corea e le sue illustrazioni sono state pubblicate su riviste e giornali di tutto il mondo.
Ha scritto e diretto cortometraggi d’animazione come “Birdboy”, “Unicorn blood” “Decorado” o “Homeless Home” basati sui suoi fumetti.
Le sue opere hanno vinto quattro volte i Goya Awards (due volte miglior film d’animazione e due volte miglior cortometraggio d’animazione) e ha vinto oltre 100 premi in eventi internazionali come il Festival di Annecy, i Platino Awards, Chicago, Foyle, Silver Meliés o Expotoon. Le sue opere sono state presentate in prestigiosi festival in tutto il mondo come Cannes, EFA Awards, Toronto, Annecy, Clermond-Ferrand, Animafest Zagreb o Slamdance.